DRAMMA ROMANIA:
SOSTENIAMO LE FAMIGLIE CHE DAL 15 MAGGIO
SARANNO DAVANTI ALL’AMBASCIATA
Cari amici dell’Adozione,
chi ci segue da tempo conosce il nostro continuo impegno per la battaglia
a favore dei bambini della Romania. Questo dramma lo riassumiamo in breve. In Romania si sta consumando forse la più grande
tragedia umanitaria d’Europa che riguarda i bambini. La situazione si è
aggravata quando nel 2004 una folle legge ha definitivamente eliminato la
possibilità per i bambini rumeni di trovare una famiglia con l’adozione
internazionale. L’adozione nazionale è pressoché inesistente perché non fa
parte della cultura di quel paese. Il risultato è che quei bambini non
hanno nessun futuro.
Secondo il rapporto pubblicato nel febbraio 2007 dal direttore dell’Unicef
Romania Pierre Popard, in quel paese vi sono ora 95.000 orfani.
Queste le tappe della nostra battaglia. Il 25 aprile 2006
abbiamo partecipato all’audizione internazionale che si è tenuta al
Parlamento Europeo di Bruxelles, diretta dall’eurodeputato Jean-Marie
Cavada, presidente della Commissione Giustizia e Libertà. Da quel momento
abbiamo ingaggiato una lotta insieme ai coordinamenti di famiglie di altri paesi del
mondo. Grazie allo sforzo di tutti (e alle migliaia di e-mail che avete
inviato) il 9 luglio 2006 siamo riusciti a far approvare la Dichiarazione
23/2006 del Parlamento a favore dei bambini di Romania. Nel 2007 la
Romania è entrata nella U.E., speravamo che questo potesse aiutare i
bambini. Il 15 marzo 2007 il nostro portavoce Marco Cappellari ha
incontrato il Vicepresidente U.E. Franco Frattini, grazie
all’interessamento della Commissione Bicamerale per l’Infanzia.
Il 20 aprile 2007 Mirabella, giovane ragazza rumena adottata in Italia,
simpatizzante del nostro coordinamento, è andata a Bucarest per
testimoniare davanti alla TV rumena le sofferenze di una vita in istituto.
Ma non basta ancora. Ancora non si muove nulla.
Da oggi, 15 maggio, 5 famiglie italiane disperate, tentano un gesto
estremo per congiungersi con quei bambini che hanno già conosciuto e che
da 4 anni li chiamano mamma e papà. CORINA, IULIANA, LARISA, MADALINA e
NICUSOR non capiscono perché questi loro genitori adottivi non vengano a
prenderli. Le 5 famiglie appartengono alle oltre 1.000 famiglie che
avevano in corso una legale pratica adottiva prima del 2004; queste
pratiche sono state tutte rigettate dalla Romania. Sconfitte da un’attesa senza
speranza quasi tutte le famiglie hanno dolorosamente rinunciato. Queste
cinque ancora resistono, e non vogliono arrendersi davanti a tanta follia.
DA OGGI 15 MAGGIO, LE 5 FAMIGLIE PROTESTERANNO
PACIFICAMENTE DAVANTI ALL’AMBASCIATA DI ROMANIA DI ROMA.
Resteranno lì fino a quando non otterranno l’assicurazione
di poter riabbracciare i loro figli. Non abbandoniamoli. Diamogli
tutto il nostro appoggio. Il loro gesto è, ancora una volta,
l’ennesima dimostrazione di come sia sempre più difficile per
una coppia italiana realizzare il sogno di un’adozione, di come
si debbano affrontare immani battaglie e infinite attese…… solo
per il fatto di voler dare una famiglia a orfani che non ce
l’hanno.
CLICCATE
QUI E SPEDITE L’APPELLO PER SOSTENERE LE FAMIGLIE
Speditelo tutti i giorni fino a quando non terminerà la protesta
INVIATE ANCHE UN SMS DI SOSTEGNO MORALE
E’ anche molto importante il vostro sostegno morale, a quelle famiglie che
sono in strada, e che non sanno per quanti giorni dovranno restarci. Sono
rappresentate dal portavoce Vincenzo Macaluso (che era con noi a Bruxelles
il 25/4/2006). Inviate loro un SMS di solidarietà. Scrivete loro ciò che
volete. Vi suggeriamo una frase di questo tipo:
“Forza ragazzi, resistete. Date voce agli orfani che aspettano una mamma e
un papà. Siamo con voi. NOME E COGNOME, Coordinamento Amici dell’Adozione”
Potete inviarlo a:
Vincenzo e Giovanna Macaluso, cell. 335.8059090
Antonio e Santa Orlando, cell. 339.3254133
Salvatore e Maria Teresa Mania, cell. 333.6879351
Salvatore e Angela Manzini, cell. 338.2493006
Filippo e Annamaria Vaccalluzzo, cell. 339.5688048
Spedite gli sms anche tutti i giorni. E' importante non farli sentire
soli.
Inviate questa e-mail a più persone possibile e anche
ad eventuali giornalisti che conoscete.