"AMICI DELL'ADOZIONE"
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15 marzo 2007

INCONTRO DEGLI ENTI AUTORIZZATI CON COMMISSIONE BICAMERALE PER L'INFANZIA
La nostra contrarietà alle posizioni di alcuni enti e coordinamenti

Lo scorso 13 marzo la Commissione Bicamerale per l'Infanzia del Parlamento Italiano ha iniziato delle audizione di ascolto sui problemi dell'adozione. In questa prima audizione ha ascoltato i rappresentati degli enti autorizzati per l'adozione internazionale e i rappresentanti dei coordinamenti degli enti.
E' pubblicato on line nel sito della commissione il "resoconto stenografico" dell'audizione leggibile
qui

Da parte nostra ci preoccupano due tipi di richieste fatte da un coordinamento degli enti autorizzati.

La prima è quella della REGIONALIZZAZIONE DEGLI ENTI. Non abbiamo compreso ancora cosa esattamente richiedano gli enti, ma ci preoccupa il fatto che la competenza territoriale degli enti, che ora è su macroaree dello Stato, o più spesso su tutto il territorio nazionale, sia limitata alla singola regione dove ha sede l'ente. Noi sappiamo bene che già oggi è un totale delirio la "scelta di un ente autorizzato" da parte di una famiglia. Francamente non capiamo perchè una famiglia dovrebbe essere obbligata a scegliere un ente presente solo nella propria regione, vietando di recarsi presso un ente più lontano di cui la famiglie abbia più fiducia. Le famiglie vivono già abbastanza problemi nella scelta di un ente, che crediamo non ci sia bisogno di aggiungerne altri. E' ovvio che le famiglie si rivolgono all'ente di cui hanno più fiducia, se questo è anche lontano la famiglia, perchè impedirne la scelta.
Ci sembra di assistere a un tentativo degli enti più grandi, più ricchi, più organizzati e più presenti sul territorio, di voler accaparrarsi più famiglie a discapito degli enti più piccoli. L'adozione ha bisogno di tanti miglioramenti, ma non certo della regionalizzazione degli enti.

La secondo preoccupazione è la tanto citata necessità di attività di COOPERAZIONE INTERNAZIONALE degli enti autorizzati, richiesta nell'audizione da un coordinamento degli enti. E' ovvio che siamo e lieti sul fatto che taluni enti svolgano attività di cooperazione nei paesi stranieri, portando aiuti economici e realizzando aiuti concreti ai bambini o alle popolazioni. Ma non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di "Enti autorizzati per l'adozione internazionale" e dobbiamo guardare in faccia alla realtà. Francamente, data la poca collaborazione delle autorità competenti e delle istituzioni (che noi da tempo invochiamo a gran voce) ogni adozione realizzata dagli enti è in fondo un piccolo miracolo. Salvo un numero ristretto di enti, gran parte degli enti autorizzati, sono ancora composti da volontari. Pretendere che queste poche persone che danno tutte le loro energie all'adozione, distolgano il loro tempo dalle difficili pratiche adottive per dedicarsi alle azioni di cooperazione internazionale, francamente ci sembra veramente utopistico. Se lo fanno va bene ma, per carità, sarebbe pazzesco pensare di "obbligarli" a fare cooperazione internazionale. Che cooperazione volete che possa fare enti con 4 o 5 persone che lavorano, magari part time, per l'adozione? Ricordiamoci che esistono già tante istituzioni, associazioni e centinaia di ONG (organizzazioni non governative) che fanno già tanta cooperazione; lasciamola quindi fare a loro. Anche in questo caso temiamo, francamente, di vedere ancora un tentativo dei "grandi enti" di voler castrare l'attività dei piccoli enti rendendogli difficile, se non impossibile, il loro lavoro.
Ancora una vota ci viene spontaneo dire: con tutti i problemi che ci sono, ne vogliamo creare degli altri? Vogliamo chiudere o incatenare gli enti piccoli? Qui servono più canali adottivi, più aiuto della CAI, più aiuto del ministero degli Esteri, questo serve.

Ci opporremo a questo posizioni in tutte le sedi istituzionali.